sabato 2 dicembre 2017

RE SALOMONE, UN GIUDIZIO NELLA STORIA


Salomone è stato, secondo la Bibbia, il terzo Re d’Israele, figlio di Davide. Venne considerato l’uomo più saggio della Terra. La gente veniva da paesi lontani per porgli delle domande ed egli dava loro sagge risposte. Re e regine venivano a vederlo e gli portavano ricchi doni.

 
Un giorno andarono dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui.


Una delle due disse: “Ascoltami, signore! Io e questa donna abitiamo nella stessa casa; io ho partorito mentre essa sola era in casa.
Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c’è nessun estraneo in casa fuori di noi due.
Il figlio di questa donna è morto durante la notte, perché essa gli si era coricata sopra.
Essa si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco – la tua schiava dormiva – e se lo è messo in seno e sul mio seno ha messo il figlio morto.
Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L’ho osservato bene; ecco, non era il figlio che avevo partorito io”.
 


L’altra donna disse: “Non è vero! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto”. E quella, al contrario, diceva: “Non è vero! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo”. 
 Discutevano così alla presenza del re. 
Egli disse: “Costei dice: Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto e quella dice: Non è vero! Tuo figlio è quello morto e il mio è quello vivo”.
 
 Allora il re ordinò: “Prendetemi una spada!”.  
Portarono una spada alla presenza del re.

Quindi il re aggiunse: “Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all’una e una metà all’altra”.
 
La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: “Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo affatto!”.  
L’altra disse: “Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!”.
 
Presa la parola, il re disse: “Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre”.
 
Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunziata dal re e concepirono rispetto per il re, perché avevano constatato che la saggezza di Dio era in lui per render giustizia“.


(1 RE 3,16-28, Bibbia di Gerusalemme, EDB, Bologna 1980, p. 616)