sabato 7 gennaio 2017

TELESE TERME, ALLA RICERCA DI UN CAMPANILE

Un nostalgico ricordo di un paese svanito nella nebbia del passato e della nostalgia, scritto da un amante della sua terra che non si arrende all’evidenza di una comunità in cui non si riconosce e che non è come lui la vorrebbe tramandare ai suoi figli.

Pietro Quercia - da FB - 12.4.2014

Tanti i ricordi di persone non più tra noi, tanti i video, tante le foto.
Ma, a Telese, i ragazzi non hanno mai giocato, non hanno mai traversato il lago a nuoto o col gommone, non hanno fatto il bagno nel Seneta, nel corso d'acqua sulfurea nei pressi del Centro Relax o nel Calore.
Non hanno mai scavalcato il muro di cinta delle terme, non hanno mai rubato le ciliege dagli alberi lungo la stradina del lago prima di giungere al passaggio a livello.


Nessuno ricorda una panchina piastrellata, nessuno ha mai sentito un comizio dal balcone di palazzo Maturo.
I telesini non hanno ricordi ma solo rimpianti, solo nostalgia di un passato che nessuno può più restituire.
Tutto è stato stravolto e violentato: Non è rimasto un simbolo del passato se non la Torre Campanaria.
Ed è stato per ricordare luoghi, personaggi, episodi e giochi di un anno di permanenza in Telese prima del trasferimento a Napoli, un anno meraviglioso di circa sessant'anni fa, che mi sono gettato con avidità su “Fotogrammi di memoria” di Aldo Maturo.


Su questo foglio virtuale si rimpiange il lago con piscina per i bambini, ora spoglio di alberi, via di transito anche di pullmans per giungere al ponte di ferro che collega Telese a Solopaca, ma sempre profondo per potervi costruire sopra;
si rimpiangono i platani di Viale Minieri;
il trenino che portava i bagnanti alle terme;
la rotonda davanti all'ingresso delle terme e si fa un critico confronto con la nuova piazza pavimentata con sampietrini appena appoggiati ed ondulati come le onde del mare forza tre;
il ponticello ed il viale del Cerro, la piscina olimpionica.
Aggiungo le montagne di cemento ed il catrame nel bel parco che fu, e vuol essere un monito per quando si andrà a ristrutturare il vecchio stabilimento dell'imbottigliamento, l'occasione per togliere un pò di catrame in quel posto.
Solo un brutto ricordo del passato: il muro di cinta delle terme con sopra i cocci di bottiglie (ho un ricordo sulla coscia sinistra). 


La dott.ssa Simonetta Romano ad una mia domanda sul parco termale, disse: “hanno rovinato uno dei più bei parchi d'Italia ricco di una meravigliosa flora mediterranea, rimpiango i viali ghiaiosi anche se polverosi, rimpiango tutto delle terme”. E i milioni di tonnellate di cemento che tolgono il respiro e il verde che non c'è più? Caro Aldo, vorrei avere la tua penna e la tua cultura per descrivere le violenze come tu le hai descritte nel tuo “Un paese violentato”!


La signora Sandra Mastrogiacomo si chiede su questo foglio: “Abbatterla?” .
Gentile signora, non è più possibile, gli stupri sono irreversibili, te li porti sotto la pelle, nel cuore.
Circa trentacinque anni fa, telesini poi non tanto illuminati, si inventarono la Festa del Patrono e la scuola elementare, col patrocinio dell'amministrazione comunale, si inventò il folklore telesino (vero sig.ra Adriana Formichella? Vero maestro Carlo Franco? Vero sig.ra mamma di Giuseppe Grimaldi?). 


A Barletta, in un concorso di balli, canzoni e costumi folkloristici, i ragazzi delle elementari vinsero il secondo premio con una canzone del folklore guardiolo ('a langella) tradotta in dialetto napoletano e una tarantella napoletana. Perché non ci inventiamo qualcosa per essere prima di tutto un paese e poi pavoneggiarci per essere diventati cittadini?
E' vero che il nostro Campanile (ho ammirato la foto del vecchio) è in stile moderno e può non innamorare, sponsorizziamo in mancanza la nostra Torre Campanaria, abbracciamola ed insieme uniti, amiamola e difendiamola!