giovedì 1 dicembre 2016

L'IMMUNITA' PARLAMENTARE NON ESISTE


Polemica insensata in Tv: fu cancellata 23 anni fa. Oggi qualunque Pubblico Ministero può liberamente e senza nessun intralcio indagare su qualunque parlamentare, per ogni tipo di presunto misfatto, ad esclusione dei cosiddetti reati di opinione (che però non sono misfatti).

 
24 set 2016 


È in corso una grande battaglia politica che ha per oggetto la Costituzione. Purtroppo molti dei protagonisti di questa battaglia non conoscono la Costituzione. Né quelli che la vorrebbero modificare né quelli che la vorrebbero difendere. E' triste, ma è così.

Una prova provata che questa mia affermazione non è una semplice opinione, ma è la cruda realtà, è stata fornita l'altra sera dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal direttore del "Fatto Quotidiano" Marco Travaglio. Cioè dai due principali leader - o almeno, i due più attivi - degli opposti schieramenti che si sfidano sul referendum costituzionale. Renzi e Travaglio hanno battagliato per diversi minuti in Tv, nel corso della trasmissione "Otto e Mezzo", assistiti da Lilli Gruber, sul tema dell'immunità parlamentare. Travaglio ha chiesto che sia abolita. Renzi l'ha difesa. Nessuno dei due purtroppo sapeva (credo neppure la Gruber che non li ha interrotti) che l'immunità parlamentare è stata già abolita 23 anni fa, ai tempi di "Tangentopoli", con un voto quasi unanime del Parlamento. Così unanime che ha corretto la Costituzione senza bisogno di referendum.
Le cose stanno così: i "Padri Costituenti" - come in genere vengono definiti, con un po' di retorica da chi, di volta in volta, dichiara intangibile la nostra Carta Costituzionale - stabilirono nel 1947 che i magistrati non potessero procedere contro i parlamentari senza l'autorizzazione della Camera di appartenenza.
Per nessun reato. Sottolineo: nessuno. E questo perché quei "Padri Costituenti" (che un pochino pochino di diritto ne sapevano, e ne sapevano anche abbastanza di "regimi" e di abusi politici e giudiziari, perché molti di loro li avevano subiti) volevano blindare la separazione dei poteri e impedire che uno dei tre poteri potesse minacciare o punire l'altro potere, creando uno squilibrio che a loro modestissimo giudizio avrebbe intaccato lo Stato di diritto e i principi dello Stato liberale.
L'immunità parlamentare non era un dettaglio della Costituzione: era un principio fondante. Ma di questo ne parleremo più avanti.
Nel 1993, sull'onda dell'inchiesta "mani pulite" guidata dai magistrati di Milano e poi da molte altre Procure - e anche sulla spinta dell'indignazione espressa da quasi tutti i giornali e dalle Tv, che si schierarono compatti dietro la prima fila dei giudici - il Parlamento, un po' vigliaccamente, si piegò umilmente al diktat delle Procure e votò una modifica profondissima dell'articolo 68 della Costituzione, cioè quello scritto da De Gasperi, Fanfani, Einaudi, Togliatti, Croce, Calamandrei, Terracini... Cancellò l'autorizzazione a procedere.
Da allora l'autorizzazione a procedere - che in gergo si chiamava immunità parlamentare - non esiste più. Oggi, all'insaputa di Renzi, Travaglio e forse Gruber, qualunque Pm può liberamente e senza nessun intralcio indagare su qualunque parlamentare, per ogni tipo di presunto misfatto, ad esclusione dei cosiddetti reati di opinione (che però non sono misfatti).
Nel nuovo articolo 68 della Costituzione resta solo l'insindacabilità delle opinioni e dei voti espressi dai parlamentari e il divieto di arrestarli o spiarli o perquisirli senza l'autorizzazione delle Camere.
Marco Travaglio, nel corso della trasmissione "8 e Mezzo", ha detto, rivolto a Renzi: «Avete nelle Regioni e nei Comuni decine di inquisiti che ora arriveranno nel nuovo Senato e saranno protetti dall'immunità parlamentare». E' chiaro che non si riferiva all'insindacabilità ma ai reati di corruzione. Renzi ha risposto: «E' vero che talvolta l'immunità parlamentare è diventata qualcosa dietro la quale ci si nasconde..., con la mia riforma del Senato però coloro che usufruiranno dell'immunità parlamentare saranno solo 730 e non più 945, perché i senatori saranno solo 100». Travaglio gli ha risposto ancora: «Allora abbiate coraggio e cancellate l'immunità parlamentare per tutti... »
Non ci sono molti dubbi: Travaglio e Renzi forse hanno letto alcuni articoli della Costituzione, sicuramente non tutti. In questi 23 anni non gli è mai capitato sotto gli occhi l'articolo 68 riformato.
Purtroppo l'impressione è che l'intero dibattito su questa riforma costituzionale avvenga tra persone che hanno una conoscenza scarsa della Costituzione e della sua storia. Alcuni magari questa conoscenza la hanno pure, ma fingono di non averla. Restiamo al tema dell'immunità parlamentare. Recentemente, il presidente dell'Anpi ha spiegato la sua opposizione alla riforma-Renzi con questo argomento: «Nello statuto dell'Anpi è prevista la difesa della Costituzione e dei suoi principi. Perciò l'Anpi si oppone allo stravolgimento previsto da questa riforma».
In realtà a me la riduzione del bicameralismo non sembra uno stravolgimento costituzionale. Può darsi che lo sia, ognuno ha le sue opinioni. Certamente però fu uno stravolgimento della Costituzione l'abolizione dell'immunità parlamentare e la modifica dei rapporti tra i poteri dello Stato. Sicuramente - più recentemente - lo è stato l'introduzione in Costituzione dell'obbligo di pareggio del bilancio, che riduce in modo radicale le competenze e le capacità di fare politica del governo e del parlamento. Probabilmente fu uno stravolgimento della Costituzione, nel 1992, la modifica dell'articolo 79, quello che regola l'amnistia, e che fu reso praticamente inapplicabile imponendo (per la concessione dell'amnistia) una maggioranza bulgara e irraggiungibile dei due terzi dei componenti del Parlamento.
Eppure non ci furono proteste né mobilitazioni a difesa della Costituzione, in nessuna di queste tre occasioni. Come si spiega?
Forse con l'ipotesi che la battaglia attorno alla Costituzione è in grandissima parte inventata, fasulla, ipocrita? (E questo, intendiamoci bene, non vuol dire che si debba votare sì o no al referendum: sono ottime le ragioni per votare si e quelle per votare no. Sarebbe però molto bello se chi le sostiene avesse una conoscenza almeno superficiale delle cose di cui discute con foga)

http://www.ildubbio.news/stories/politica/29214_limmunit_non_esiste_ma_travaglio_e_renzi_non_lo_sanno/