mercoledì 14 dicembre 2016

L'EUROPA DEI MURI


L’Uomo costruisce muri e barriere dalla notte dei tempi, e la nostra epoca non fa eccezioni. Muri per difendersi ma soprattutto per dividere, la storia del ’900 ha visto sorgere barricate e recinzioni in ogni parte del mondo. Di seguito i muri più famosi e significativi che  non mi pare abbiano risolto il problema. 

 


IL GRANDE MURO DI CALAIS - Così lo hanno già soprannominato i media britannici. Dal giugno 2015 il porto francese di Calais è dotato di una barriera per impedire che i migranti diano l’assalto ai traghetti che attraversano la Manica. Il `nuovo´ tratto di muro dovrebbe essere un proseguimento di quello già esistente: sarà alto quattro metri e correrà per un chilometro lungo i due lati dell’arteria stradale vicina al campo Giungla. Secondo le stime il progetto dovrebbe costare 1,9 milioni di sterline e fa parte di un pacchetto di misure da 17 milioni di pound del governo britannico per meglio controllare i confini gestiti insieme alle autorità francesi. 


  UNGHERIA-SERBIA - A un anno dalla costruzione del primo `muro difensivo´ al confine con la Serbia (175 km di filo spinato, alto 4 metri), l’Ungheria di Viktor Orban ha annunciato nelle scorse settimane una nuova barriera fortificata anti-migranti lungo la stessa frontiera meridionale. Di recente Budapest ha inoltre disposto l’impiego di altri 3 mila poliziotti a protezione del confine meridionale, in aggiunta ai 3.500 già in servizio.


AUSTRIA-ITALIA - Dopo settimane di tensioni nella scorsa primavera, sembra invece scongiurato la `barriera´ al confine con il Brennero che Vienna voleva erigere per contenere gli arrivi di migranti dall’Italia, diretti nel resto d’Europa. L’Austria ha però deciso di schierare fino a 2.200 soldati per difendere i suoi confini.



MACEDONIA-GRECIA - Nel novembre 2015 Skopje ha iniziato la costruzione di una barriera (1,5 km di rete sovrastata da filo spinato) al confine nei pressi di Idomeni, il campo in territorio ellenico divenuto per mesi un gigantesco imbuto per i profughi.

 


MELILLA-MAROCCO - Anche in questo caso l’obiettivo è bloccare i migranti che, dal Marocco, cercano un futuro attraverso le enclave spagnole di Ceuta e Melilla. La barriera è stata costruita nel 1990. 





BULGARIA-TURCHIA - La sua costruzione è cominciata nel 2014 per bloccare i flussi migratori provenienti da Est. La barriera è lunga 30 km ma dovrebbe arrivare a 160.







CIPRO, ZONA GRECA-ZONA TURCA - È lì dal 1974 la linea verde di quasi 200 chilometri che divide in due Nicosia, unica capitale d’Europa spezzata da un muro. Istituita nel 1974 a seguito dell’invasione turca di Cipro, la Linea Verde divide la Repubblica di Cipro a Sud, abitata in maggioranza da greco-ciprioti, e la Repubblica Turca di Cipro a Nord, abitata in maggioranza da turco-ciprioti. In teoria la Repubblica di Cipro estende la sua sovranità su tutta l’isola, ma di fatto non ha potere sulla parte Nord dell’isola, controllata dalla Turchia. Il governo di Ankara è anche l’unico al mondo che riconosce l’autorità della Repubblica Turca di Cipro.

La Linea è un’area demilitarizzata controllata dall’Onu, lunga 180 chilometri con una superficie di 350 chilometri. Il muro divide la stessa capitale dell’isola, Nicosia. Il termine “linea verde” ha assunto il significato comune di confine provvisorio tra due nazioni in conflitto.


IRLANDA, BELFAST CATTOLICA-BELFAST PROTESTANTE - Nonostante gli accordi di pace siglati nel 1998, i 13 chilometri di muro eretti nel 1969 sono ancora lì a separare i cattolici e i protestanti dell’Irlanda del Nord. Le Peace Lines sono una serie di barriere che percorrono l’Irlanda del nord in vari punti, principalmente a Belfast e a Derry. Le prime Peace Lines vennero costruite nel 1969, anno d’inizio dei “troubles”, per separare la popolazione cattolica e quella protestante. Originariamente sarebbero dovute durare sei mesi, ma vista la loro efficacia e il consenso di entrambe le parti al loro mantenimento, sono state tenute e in seguito incrementate. Oggi le barriere sono 48, con una lunghezza complessiva di 34 chilometri, in gran parte situate a Belfast.

I varchi sono aperti di giorno e chiusi di notte.

Uno studio realizzato nel 2012 indicava che il 69% della popolazione considerava le barriere ancora necessarie a causa delle potenziali violenze.


 liberamente tratto da: