mercoledì 31 dicembre 2014

LA PATENTE DI GEPPA


I racconti del camino


2 maggio: Evviva! Mi hanno dato la patente! Finalmente posso guidare la macchina senza dover stare ad ascoltare l’istruttore che mi ripeteva continuamente: ”Attenta!... Senso vietato!... Metti la seconda... Stai andando contro mano!.. Fai passare la vecchietta, frena, frena, porca miseria!” ed altre frasi del genere. Proprio non so come ho fatto a sopportarlo. Sono stati tre anni d’inferno…

3 maggio: L’autoscuola ha organizzato una festa perché ho finito. Gli istruttori si sono commossi. Uno ha detto che avrebbe fatto dire una messa di ringraziamento, un altro aveva le lacrime agli occhi. Tutti hanno fatto un brindisi per celebrare l’avvenimento. Sono stati molto carini però mi hanno messo in imbarazzo con gli altri candidati perché lo hanno fatto solo per la mia patente.





9 maggio: Ho comprato una macchina nuova, molto grande, una Panda. Sfortunatamente l’ho dovuta lasciare dal concessionario per far sostituire il paraurti posteriore. No, non era fallato. E’ che quando ho provato ad uscire dal salone ho messo la marcia indietro invece della prima e ho sbattuto contro il muro. Deve essere la mancanza di pratica, in fondo non guido da una settimana.
12 maggio: Ecco finalmente la mia macchina nuova. Ero tanto contenta che ho fatto subito un giro in città. C’era un sacco di gente che mi ha fatto festa perchè sono stata seguita da tanti automobilisti che suonavano come a un matrimonio. Ho deciso di partecipare anch’io al loro gioco e ho ridotto la velocità da 20 a 10 chilometri l’ora. La cosa gli deve essere piaciuta parecchio perché suonavano ancora di più.
 14 maggio:  I miei vicini di casa sono eccezionali. Hanno messo dei grandi cartelli con la scritta: “Attenzione! Alt! Geppa in manovra”. Hanno voluto cedermi il posto macchina più grande, me lo hanno delimitato con le balle di fieno ed hanno proibito ai bambini di uscire quando faccio manovra. Lo so, lo fanno per non darmi fastidio quando entro e quando esco. E poi dicono che i vicini non sono persone gentili.

 

8 maggio: Gli altri automobilisti mi continuano a suonare quando mi vedono e mi fanno strani gesti. Sono simpatici, ma sarà un poco pericoloso? Oggi ce n’era uno che mi ha affiancato e mi ha detto qualcosa, ma non ho sentito perché non ho trovato il pulsante per abbassare il vetro. Per cercarlo mi sono distratta e ho tamponato quello che mi stava davanti. Fortuna che andavo alla mia solita velocità di crociera di 10 km orari. L’autista è stato gentile, si è fermato immediatamente. Come era bello! Ha voluto vedere subito la mia patente. Ma io ho capito, era timido, gli piacevo e si vergognava di chiedermi come mi chiamo e quanti anni ho.





21 maggio: Continuo a non capire gli automobilisti. Hanno strane abitudini, mi fanno un sacco di segni, parlano, urlano. Mi sa che mi chiedono delle informazioni ma io ancora non posso rispondere, prima di tutto perché abito da poco in questa città e poi perché non riesco a trovare il pulsante per abbassare il vetro. Ma le informazioni perché non le chiedono a un vigile?
Oggi un signore che attraversava sulle strisce pedonali davanti a me ha accarezzato il cofano della mia macchina che gli sfiorava una gamba e gentilmente mi ha urlato “ Ahò, ma vattene a casa”. Incredibile! Come avrà fatto a sapere che stavo andando a casa? Prima o poi lo troverò il bottone per abbassare i vetri così potrò fare due chiacchiere con la gente che incontro.
 
23 maggio:  Stasera ho fatto la mia prima uscita notturna e ho scoperto che la città è male illuminata. Fortuna che porto gli occhiali ma ho dovuto girare sempre con i fari abbaglianti per vedere qualcosa. Mi hanno dato tutti ragione perché anche gli altri mi accendevano i fari abbaglianti. Anzi qualcuno ha acceso anche i fari fendinebbia. Uno con un fuoristrada poi ci vedeva meno di me perchè ha acceso anche due grossi fari che aveva sul portabagagli. Non capisco però perché suonavano. Boh! A me l’istruttore mi ha sempre detto che di notte non si suona.

25 maggio: Oggi ho avuto un incidente. Sono entrata in una rotonda e siccome c’erano tante altre macchine (almeno quattro) non sono riuscita a prendere la strada che porta verso il mio rione. Ho fatto il giro una decina di volte sempre costeggiando l’aiuola centrale aspettando l’occasione per imboccare la mia strada. Gira gira mi ha girato anche la testa e così sono finita sull’aiuola centrale.
Meno male che c’era il palo delle luci che mi ha fermato. Scriverò al sindaco. Deve limitare l’accesso alle auto alle rotonde. Al massimo una per volta!




29 maggio: Sono propria sfortunata. Oggi è domenica e sono andata a prendere la macchina in garage per fare un giro. Mentre mi immettevo sulla strada ho sbagliato pedale. Invece di frenare ho accelerato e ho preso in pieno una macchina che passava, ammaccandole tutta la fiancata destra. Sono scesa, è sceso anche l’altro automobilista. Che fortuna ho avuto. Era l’ingegnere che mi aveva esaminato e mi aveva dato la patente. Che brav’uomo! Che signore! Ho chiesto scusa, ho ammesso che era colpa mia ma lui continuava a sbattere i pugni sulla sua auto e diceva: ” Che Dio mi perdoni, che Dio mi perdoni”. Forse non gliene importava niente dell’incidente e si preoccupava di arrivare tardi a messa. Che persona sensibile. Al contrario di tanti altri automobilisti che erano fermi dietro di me, forse per vedere come andava a finire. E suonavano, suonavano, suonavano…