domenica 1 luglio 2012

IO STO CON ANGELA MERKEL

 


Photo Gallery: Fashion Tips For Ms. Merkel
Maurizio Caprara – 30.6.2012 – Corriere della Sera.it

Quanta meschina grettezza c'è nel disprezzo che viene ostentato da alcuni in questi giorni nei confronti di Angela Merkel deridendo il suo aspetto fisico. Denota qualcosa di insano, verso il quale converrebbe a (quasi) tutti noi riattivare i sensori del senso di vergogna, quell'insieme di conoscenze, percezioni e criteri di comportamento in base ai quali ognuno stabilisce che un determinato modo di agire merita.

Comunque si giudichino la sua condotta sull'euro e la sua difesa del rigore nei bilanci, la cancelliera tedesca è diventata per ampi settori della classe politica italiana un parafulmine.
Improvvisati capipopolo la indicano alla folla per dirottare contro di lei fulmini diretti a se stessi per le proprie inadempienze sui conti pubblici. Ma anche un'altra condizione di debolezza, interiore, determina modi distorti di comportarsi.

L'altra notte, in via del Corso a Roma, ragazzi figli di un'epoca nel nostro Paese educativamente modesta gridavano ritornelli su immaginari piaceri sessuali riservati dalla cancelliera al Papa, tedesco come lei. Direbbero tanti che si considerano moderni e scanzonati: sono ragazzi. Vero. Il punto è come vogliamo che diventino, questi ragazzi, e se vogliamo che le loro ragazze, e loro, vivano (e provino piacere) felici.

Non si tratta di essere moralisti o bigotti. Si tratta di capire come desideriamo essere: se intendiamo trarre gratificazione e stima in noi stessi da modi di affrontare le contese della vita, e di scherzare, equilibrati e sani o da miserabili.

Gli esempi dovrebbero venire dall'alto. Invece, riesumando una definizione di Angela Merkel già data da Silvio Berlusconi, un deputato del Pdl al quale è meglio non regalare pubblicità citandone il nome ha scritto su un profilo di Facebook accessibile a chiunque: «E la culona inchiavabile se la prende in quel posto». Che idea della donna da poveraccio. Se continuiamo nelle retromarce, senza avvicinarci ai livelli di rispetto abituali in altri Paesi occidentali, quanto staremo meglio? E quanto potremo noi italiani ambire nel mondo a ruoli di avanguardia?